La Scuola dei Mestieri ha lanciato un progetto formativo rivolto a 20 partecipanti, con un duplice obiettivo: aumentare l’occupabilità dei giovani e rispondere alle esigenze di competenze espresse dalle aziende partner.
Il percorso, pensato per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, si è concluso ma ha sviluppato una stretta collaborazione con le imprese, che non solo hanno partecipato alla progettazione formativa, ma hanno anche messo a disposizione le proprie competenze attraverso lezioni pratiche e laboratoriali.
Uno dei punti di forza principali è stato il processo di selezione e coinvolgimento dei partecipanti: un momento chiave per garantire la motivazione dei ragazzi e l’efficacia dell’intero progetto.
Tuttavia, non sono mancati gli ostacoli. In particolare, il settore della ristorazione, su cui si è concentrata gran parte del percorso, richiede forti attitudini personali, come predisposizione al lavoro di squadra, resistenza allo stress e passione per il servizio. Non sempre queste caratteristiche sono riscontrabili nei profili in ingresso, il che ha reso più complessa la piena soddisfazione delle richieste aziendali.
Risultati raggiunti e spunti per il futuro
Il bilancio finale è positivo: i partecipanti hanno migliorato il proprio livello di occupabilità e di orientamento professionale, e molti di loro hanno vissuto un primo contatto reale con il contesto lavorativo grazie alle attività in azienda.
Tuttavia, il match tra competenze acquisite e fabbisogni aziendali è stato solo parzialmente soddisfatto. Questo suggerisce l’importanza di investire ancora di più nella personalizzazione dei percorsi formativi, tenendo conto delle specificità dei settori coinvolti.
Nonostante le criticità, il progetto rappresenta un modello virtuoso di collaborazione tra formazione e impresa, in cui i giovani non sono semplici destinatari di conoscenze, ma protagonisti attivi di un’esperienza immersiva che guarda concretamente al futuro lavorativo.
Un esempio concreto di come la formazione, se ben progettata e condivisa, possa diventare una leva strategica per l’inclusione e lo sviluppo.